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Solenni festeggiamenti in onore di "SAN CIRIACO ABATE " Cittadino e Protettore di Buonvicino

BUONVICINO , 17-18-19 settembre 2009

DEVOTI DI SAN CIRIACO.

Quest’anno vogliamo soffermarci a contemplare San Ciriaco come uomo di preghiera e di carità.
Fu uomo di carità perché uomo di preghiera.

San Ciriaco fu uomo di preghiera.
Da solo nella grotta del Corvino elevava la sua mente a Dio in un prolungato colloquio filiale.
In coro con gli altri cantava i salmi ed inneggiava nella chiesa del monastero di Santa Maria dei Padri.
Durante il giorno sovente dava senso soprannaturale alle varie occupazioni con brevi preghiere.

Si può essere persona di preghiera pur non stando sempre in chiesa, ma offrendo al Signore tutto il vissuto quotidiano e questo può farlo non solo la persona consacrata a Dio con l’ordine sacro o con la professione dei voti religiosi, ma ogni persona.

Vale la risposta data da Gesù alla Samaritana:
“Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.
E’ giunto il momento ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.
Dio è spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”
.

La preghiera autentica non allontana dai problemi del mondo, ma li assume per trovarne la soluzione con l’aiuto che viene dall’alto.

San Ciriaco aveva imparato dal suo maestro non solo la calligrafia ma anche lo spirito di preghiera e la carità operosa.
Di fatti Nilo perché uomo di carità oltre che di preghiera all’età di novant’anni affronta il faticoso viaggio per raggiungere Roma ed incontrare il papa Gregorio V e l’imperatore Ottone III, i quali, avendo saputo del suo viaggio, gli vanno incontro a porta San Giovanni per accoglierlo con tanti onori.

A loro Nilo dice:
“ Non sono venuto per ricercare onori.
Ho rinunziato alla vanità per non tradire Dio, sola ricchezza e grandezza dell’anima.
Sono venuto qui per l’infelice Filagato.
Voi avete accecato colui che vi ha dato la luce dell’anima: datelo a me, perché possiamo piangere fino alla morte i nostri peccati.
Datemelo”
.

Così San Ciriaco nel 1037 per carità affronta il lungo e pericoloso viaggio per Costantinopoli per ritemprare la malferma salute dell’imperatore Michele il paflagonio.
Ovunque c’è bisogno di lui il nostro Santo è disponibile, come lo fu nel 1042 recandosi a San Nicola di Donnoso per mettere pace tra contendenti ad una eredità.
Belli e solenni siano i festeggiamenti in onore del nostro Santo Concittadino e Protettore San Ciriaco ma anche fattivo l’impegno d’imitarlo nella preghiera e nella carità.


Il Parroco
Don Mario Cristiano